Contenuti della pagina
Che cosa si fa con la canapa sativa? Si cambia il mondo!
Così dichiara Chiara Spadaro nel suo libro “Il filo di canapa”. Un vademecum ricco di preziose informazioni e di chicche inedite sull’uso di questa incredibile eco-pianta con foglie a sette punte e benefici a sette stelle!
La canapa sativa (cannabis sativa) è una pianta antichissima, originaria dell’Asia centrale e scoperta dal naturalista Linneo nel 1753. Straordinaria e versatile, alta, robusta e di facile coltivazione, quella industriale la si può coltivare anche in Italia secondo i termini di legge (puoi approfondire su AssoCanapa). Cresce senza chimica e in tempi brevissimi (circa 4 mesi), assorbe più anidride carbonica di un bosco e produce ossigeno. In più, bonifica e depura i terreni dove cresce perché ne assorbe le sostanze inquinanti e combatte il cambiamento climatico.
Semi di canapa sativa: proprietà e utilizzi
I suoi semi e il suo olio sono veri superalimenti, tra i più ricchi di proteine e preziosi nutrienti. I suoi principi attivi (come il THC e il CBD) possono lenire il dolore di gravi malattie e curarne altre, con le sue fibre si realizzano indumenti freschi d’estate, caldi d’inverno ma soprattutto sani, resistenti e sostenibili. E, ancora, con i suoi semi si producono cosmetici ad alta tollerabilità e con le sue foglie pannelli isolanti e ignifughi per la casa e mattoni ecologici isolanti, traspiranti e termoresistenti. Possiamo chiedere di più?
Canapa sativa in cucina: una vera scoperta!
Semi, farina, olio, latte e foglie, questi sono gli ingredienti della cucina a base di canapa sativa. Una cucina ricca di preziosi nutrienti come gli acidi grassi essenziali (omega-3 e omega 6), le fibre, i grassi, le proteine, gli 8 aminoacidi essenziali*.
E ancora, le vitamine B1 e B2, il calcio e il potassio di cui sono ricchi i semi di canapa (perfetti da aggiungere alle insalate, allo yogurt o agli impasti). Il latte prodotto a partire dal seme intero. Poi le fibre, i carboidrati e le proteine di cui è ricca la gluten free e nocciolosa farina di canapa (da usare in impasti dolci e salati). E, ancora, l’acido linoleico, gli omega-3 e omega-6 presenti nell’olio di canapa, ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi e noto per le sue proprietà antiossidanti. Last but not least il CBD (che ha, tra gli altri, effetti sedativi, analgesici e antinfiammatori) presente nelle foglie usate per preparare tisane, decotti e infusi.
*aminoacidi che l’organismo umano non riesce a sintetizzare in quantità sufficiente per far fronte ai propri bisogni: fenilalanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano, valina.
Le proposte canapose di Sara Samuel
L’uso della cannabis sativa in cucina sta tornando rapidamente alla ribalta qui da noi tanto che, oltre ai cuochi professionisti che sperimentano (come lo chef e food stylist Giorgio Trovato), sono nati dei veri e propri cuochi di strada. Ne è un esempio Sara Samuel che, con la sua Gigetta (una cucina-roulotte color prugna), gira l’Italia proponendo i suoi piatti vegani alla canapa sativa cucinati al momento. Un po’ come faceva il mitico Carl con il suo, tutt’altro che vegan, food-truck El-Jefe nel film Chef. L’avete visto?
Tra i piatti forti di Sara troviamo la “Farinata arrotolata di farina di ceci e canapa”, il “Crostone di farina e semi di canapa con uvetta, crema di barbabietole e pistacchi e carasau canaposo” e il “Tortello canaposo ripieno”. Potete trovare l’elenco dei piatti proposti da Sara Samuel e tutte le info per contattarla su Cucinando su ruote. Alcune delle sue ricette a base di canapa sono pubblicate sul magazine online DolceVita. Su Oggi.it è invece disponibile la ricetta dei “Pici di canapa alle briciole e acciughe” dello Chef Trovato. Stupefacente!
Tortello canaposo ripieno.
Foto gentilmente concessa da “Cucinando su ruote”.
Canapa batte cotone 4-0
Anche il campo tessile la canapa sativa ha davvero pochi rivali e certamente il cotone gli fa un baffo. La sua lavorazione è più complessa rispetto a quella del cotone ma la sua fibra è 4 volte più resistente. Il consumo d’acqua è minore: sono richiesti solo 500 litri di acqua per ottenere 1 kg di fibra di canapa contro i 1.500 del cotone. In più, il consumo di terra richiesto, a parità di produttività, è la metà e la sua coltivazione non necessita di pesticidi ed erbicidi, largamente utilizzati nella coltivazione del cotone. Più green ed ecologica di così!
I tessuti di canapa sono di alta qualità: molto resistenti nel tempo. Non cedono e hanno un’elevata capacità termoisolante e traspirante, che li rende caldi d’inverno e freschi d’estate. Riflettono i raggi ultravioletti fino al 95%, non conducono energia elettrica, sono anallergici e antisettici. Non assorbono odori. A seconda della lunghezza e del diametro della fibra, gli usi possono essere diversi: se ne ricavano corde, tele, sacchi, biancheria, abbigliamento… fino alla carta
Chiara Spadaro
Finalmente anche in Italia
L’abbigliamento in canapa sta riprendendo il via anche in Italia (era ora!). Qui e là è possibile trovare camicie, t-shirt, abiti, pantaloni, giacche, cappelli, borse, calze, scarpe e, naturalmente, gli immancabili jeans. I jeans sono ormai divenuti un capo irrinunciabile, un must da avere assolutamente nel nostro armadio. Curiosando in internet ho scovato alcune aziende proprio canapa jeans addicted: l’americana Hemp Blue, la canadese Rawganique e Dash Hemp di Santa Cruz. Arriveranno anche quelli di produzione italiana? Noi ci contiamo!
Olio di canapa: le proprietà e i benefici per la pelle
I benefici dell’olio di canapa per la pelle? Tanti, li trovate tutti in questo post. Ma con l’olio di canapa si possono preparare anche degli ottimi cosmetici “fai da te”. Merry Jane, il sito interamente dedicato a questa eco-pianta, lanciato nel 2015 dal rapper statunitense Snoop Dogg, ci propone questa semplice ricetta per fare una stupefacente, antiossidante e rilassante maschera alla canapa.
Ingredienti e dosi per una maschera
- 1 avocado maturo
- 50 g di olio di canapa
- 2 cucchiai di alga spirulina in polvere
- 2 gocce di olio essenziale di canapa (opzionale)
Frulla l’avocado (privato della buccia, del nocciolo e tagliato a dadini), con l’olio di canapa, la spirulina e l’olio essenziale. Quando la miscela raggiunge una consistenza cremosa e una colorazione verde omogenea, trasferisci il composto in una piccola ciotola. Prima di applicare la maschera detergi bene il viso, quindi applica la maschera, attendi 15-20 minuti e sciacqua con acqua tiepida.
Cannabis terapeutica: la nuova frontiera contro il dolore e non solo
Così è riportato nel decreto attuativo sull’uso della cannabis terapeutica pubblicato, in Gazzetta Ufficiale a dicembre 2015, dal Ministero della Salute.
L’uso medico della cannabis non può essere considerato una terapia propriamente detta, bensì un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, quando questi ultimi non hanno prodotto gli effetti desiderati o hanno provocato effetti secondari non tollerabili o necessitano di incrementi posologici che potrebbero determinare la comparsa di effetti collaterali.
Via libera dunque, anche in Italia, all’impiego della cannabis per uso medico ma solo dietro prescrizione specialistica e solo in alcune situazioni. Ovvero, come analgesico nel dolore cronico di natura neurologica o legato a patologie come la sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale. E, ancora, come aiuto per combattere la chinetosi (disturbo neurologico causato da spostamenti), la nausea e il vomito provocati da chemioterapia, radioterapia e terapie per HIV. In caso di glaucoma (perché abbassa la pressione oculare) o di sindrome di Tourette (perché riduce i movimenti involontari del corpo e del viso). Infine, per stimolare l’appetito in chi soffre di anoressia nervosa e nel trattamento di malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Chron e rettocolite ulcerosa) e di disturbi quali gastrite e sindrome dell’intestino irritabile.
La platea di pazienti che in Italia potrebbe beneficiare di questa terapia è molto ampia (quasi un italiano su quattro secondo i dati di Pain in Europe, l’associazione degli specialisti nella medicina del dolore). Ma, per il momento, la cannabis è ancora solo per pochi.
I servizi di pubblica utilità
La buona notizia è che all’inizio del 2016 è nata Let’s Weed (ovvero, piantiamola), la piattaforma italiana che offre un network di servizi di pubblica utilità sulla cannabis terapeutica. L’obiettivo è quello di aiutare le persone a vivere meglio ed essere più felici. Oltre a favorire il confronto, l’aggregazione e lo scambio tra i pazienti che ne fanno uso, i medici che la prescrivono, i farmacisti che la preparano e i Cannabis Social Club presenti sul territorio. Ovvero, le associazioni no profit che praticano una coltivazione collettiva legale della cannabis per soddisfare il consumo personale dei soli soci adulti che ne fanno parte. Una mappa interattiva in Home page facilita la geolocalizzazione dei servizi offerti. Un ottimo punto di partenza!
Canapa in fiera!
A Bologna si è da poco conclusa la quarta edizione di Indica Sativa Trade, la fiera internazionale interamente dedicata a questa pianta stupefacente. La manifestazione ha visto in scena più di 80 espositori, spaziando dai concimi organici e minerali ai prodotti per l’edilizia, dai tessuti e abbigliamento ai cosmetici, dalla medicina alla tecnologia, dal food al benessere.
Insomma, la canapa sativa è stata per tre giorni il fil rouge di incontri, dibattiti e corsi di formazione oltre che di appuntamenti musicali, rigorosamente reggae. La fiera ha ospitato anche la conclusione del Medical Cannabis Bike Tour 2016, un viaggio in bicicletta di 420 km in 3 giorni che ha visto impegnati ben 100 bikers partiti da Lubiana (Slovenia) alla volta di Bologna. Organizzato dalla Medical Cannabis Bike Tour Foundation per finanziare la propria attività. Ben 350mila euro sono stati raccolti grazie al contributo di sponsor e donatori. Un traguardo importante che consentirà alla fondazione di finanziare alcuni studi clinici sull’impiego della cannabis come supporto ai trattamenti antitumorali.
Oltre agli stand commerciali, a Indica Sativa Trade hanno partecipato associazioni culturali, riviste di settore, case editrici, banchi informativi relativi ad aspetti normativi e usi terapeutici. Grande attenzione anche per la ristorazione che ha dato la possibilità, a vegani e non, di gustare alimenti a base di canapa e dolci momenti di show cooking firmati dal pasticciere vegano Stefano Broccoli.
E allora?
One love, one heart. Let’s get together and feel all right!
Bob Marley