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Alcuni tra voi, forse anche tu, hanno già compreso come gestire la rabbia, un’emozione universale utile per la sopravvivenza. A me ci sono voluti quasi cinquant’anni e un sacco di tentativi andati male per capirlo. Se sei tra coloro che continuano a navigare a vista, in questo articolo voglio condividere con te quello che ho imparato, lungo il mio percorso di vita, su questa emozione fondamentale, parlarti delle modalità di reazione alla rabbia, offriti alcuni consigli pratici per non farti dominare e trasformarla in un’alleata preziosa anziché nella tua peggior nemica.
Rispondi sinceramente… Ti sei mai arrabbiato di fronte a un’ingiustizia, a un torto subito o alla violazione dei tuoi diritti? Se hai risposto no, o sei cintura nera nella repressione della rabbia (e ho qualcosa da dirti in merito), oppure hai fatto un importante cammino di crescita personale/spirituale e, in questo caso, non posso dirti nulla che tu non sappia già. Se hai risposto sì, benvenuto nel club!
Arrabbiarsi è piuttosto facile, in effetti, ma può essere distruttivo. Ecco perché, imparare come gestire la rabbia diventa una necessità se il tuo obiettivo è iniziare a fluire con la vita ed evitare di soffrire. La prima cosa che è importante che tu comprenda, però, è che la rabbia è un’emozione che ti serve.
La rabbia: il fuoco che ti spinge all’azione
Che si tratti di collera, ira, furore, rancore, irritazione o stizza poco importa. La rabbia è insita nell’essere umano, è un’emozione primaria da cui non si può prescindere. Ha una funzione adattiva, è un campanello d’allarme fondamentale che ci protegge da ciò che può danneggiarci.
A differenza degli animali però, che attaccano solo per motivi di sopravvivenza, di territorialità, di sessualità o per difendere la prole, noi lo facciamo tutte le volte che ci sentiamo minacciati, quando i nostri bisogni/desideri/richieste non vengono soddisfatti, se percepiamo un’ingiustizia, o si presentano degli impedimenti. Più in generale, la rabbia nasce da un senso di frustrazione e si può manifestare attraverso l’aggressività. Un attacco di rabbia può farci perdere il controllo, portarci a offendere chi abbiamo di fronte, spingerci a compiere gesti inconsulti di cui poi potremmo pentirci. Imparare come gestire la rabbia ci permette, invece, di usarla a nostro vantaggio e non esserne controllati.
Un’emozione che infiamma
La rabbia rappresenta quello che non si digerisce, è associata al terzo chakra (Manipura, meglio conosciuto come plesso solare) e allo stomaco oltre a milza, fegato e pancreas. Volontà, azione e potere personale sono le parole chiave che rappresentano questo chakra, centro energetico dell’Ego e collegato con l’elemento fuoco. Proprio qui è racchiusa la nostra capacità di trasformare la materia in energia.
La rabbia è un’emozione che infiamma, ma se il suo fuoco prende il sopravvento su di te, con il tempo ti consuma come un cerino. È, dunque, molto importante capire come gestire la rabbia perché nel suo aspetto positivo, invece, questa emozione è propulsiva, ti carica e ti spinge all’azione, permettendoti di superare gli ostacoli.
Il punto, quindi, non è la rabbia di per sé ma cosa scegli di farci, come scegli di esprimerla o di non esprimerla. Ma prima di approfondire come gestire la rabbia per trasformarla in potere, è necessario capire in che modo abitualmente sfoghi quest’emozione.
Come reagisci di fronte a ciò che vivi come un attacco personale?
Arrabbiarsi capita a tutti. Come abbiamo visto, infatti, la rabbia è un’emozione utile, è un campanello d’allarme fondamentale per la sopravvivenza. È il modo in cui ci si rapporta con questa emozione che fa la differenza. Alcuni la interiorizzano senza sfogarla, la reprimono, si tengono dentro tutta quella furia, quel nervoso, senza esternarlo, con conseguenze psicofisiche negative (rabbia repressa); altri la sfogano con parole o comportamenti fuori luogo rispetto alla situazione, pagando poi lo scotto a livello fisico (ipertensione, gastrite e conseguenze fisiche dirette) e relazionale; altri ancora la allontanano pensando ad altro, come se quella rabbia non li riguardasse.
Ci sono, poi, persone che la rabbia la alimentano incessantemente, mantenendo un pensiero fisso sulla situazione o sulla persona che ha innescato quell’emozione scomoda, legandosi ad antichi torti, rimanendo ancorati a eventi passati. Questo continuo covare, però, non fa altro che aumentare la loro frustrazione e i sentimenti negativi, trasformando la rabbia in un malessere cronico.
Non serve dirti che nessuna di queste modalità ti aiuterà a utilizzare questa emozione a tuo vantaggio. Non sapere gestire la rabbia significa danneggiare se stessi e anche gli altri. La rabbia non va negata, non va sfogata, non va allontanata, non va alimentata. La rabbia va riconosciuta, accolta, amata e trasformata. Il primo passo per farlo è comprendere che il solo responsabile di tutto quello che ti succede sei tu.
Mi rendo conto che questa mia affermazione potrebbe farti arrabbiare, ma il punto è proprio questo. Se ti dà fastidio significa che lì c’è un messaggio per te, lì c’è del lavoro da fare.
Come gestire la rabbia: 4 azioni pratiche
Risolvere in modo adeguato uno stato di rabbia momentaneo oppure cronico, è desiderio di molti. Qui di seguito troverai alcune indicazioni operative, frutto della mia conoscenza, della mia esperienza e del mio lavoro, che potrai mettere in campo da subito per trasformare la tua rabbia in potere personale.
Ti anticipo già che si tratta di azioni che richiedono la scelta di compiere un lavoro su di sé, sul piano mentale ed emotivo. Ciò non significa che praticare attività fisica, yoga, meditazione, controllo del respiro o altre forme di rilassamento per allentare l’irritazione, non serva. Tutto serve, ma una vera svolta nella gestione della rabbia la potrai ottenere solo lavorando su di te. Imparare come gestire la rabbia ti offre l’opportunità di non farti travolgere e usare quel fuoco distruttivo a tuo vantaggio.
1. Impara a riconoscere la tua rabbia
Saper gestire la rabbia significa innanzitutto imparare a identificarla. La rabbia si manifesta con segnali fisici ben riconoscibili: sensazione di calore e percezione di un’energia che attraversa tutto il corpo, rossore in volto, irrigidimento o tensione nel corpo, mascelle o pugni serrati, tremore e respiro pesante, battito cardiaco accelerato. Diventare consapevole di quali sono i segnali fisici associati alla tua rabbia, ti può essere d’aiuto per gestirla prima che questa superi la soglia di non ritorno ed esploda (o imploda), portandoti ad agire in maniera automatica. Impara ad osservarti.
2. Affida la tua rabbia a un diario e/o scrivi una fiaba
Racconta della tua rabbia in un diario, tieni traccia di tutti gli episodi in cui ti capita di arrabbiarti e/o di perdere il controllo. Per ogni episodio descrivi il tuo stato d’animo, cosa ha provocato la tua rabbia, con chi eri e dove, come hai reagito e come ti sei sentito dopo. Quando hai raccolto un certo numero di episodi, inizia a cercare i punti in comune fra di loro: lo scopo è individuare persone, luoghi o situazioni che provocano la tua rabbia.
In aggiunta al diario, un altro esercizio molto utile per entrare in contatto con la tua rabbia è raccontarla in una fiaba. Scegli un protagonista, un antagonista, un problema/ostacolo da superare, un obiettivo da raggiungere e un lieto fine. Grazie al “C’era una volta…” avrai la possibilità di osservare ed elaborare la tua rabbia da una prospettiva diversa, quella simbolica e immaginale.
3. Non reagire meccanicamente, scegli di resistere
Quando la rabbia si presenta cerca di resistere all’impulso di reagire meccanicamente, semplicemente accoglila dentro di te, lasciati pervadere dalla sua energia di fuoco senza farti trascinare dalla sua violenza. Non identificarti con la tua rabbia, tu non sei la tua rabbia, la stai solo provando. Resisti. Anche se non hai nulla da rimproverarti e sei convinto di aver ragione, oppure pensi di non aver nulla da perdere cedendo alla tentazione di arrabbiarti, non farlo. Sforzati di stare lì con lei, vivila dentro di te.
Gestire la rabbia in questo modo non è facile, lo so. Lei brucia, è faticosa da sostenere lì nel petto, vorresti buttarla fuori o reprimerla. Invece, sii fermo nella tua decisione di resistere e non reagire, accogli quel fastidio, gestisci quel fuoco senza cedere e sostienilo finché ti è possibile e poi lascialo andare. È proprio l’accogliere la tua rabbia, riconoscerla e amarla come parte di te che essa si trasforma. E i miracoli inizieranno ad accadere.
4. Prendi in mano la tua vita
Parti dal presupposto che ciascuno di noi deve assumersi la responsabilità della propria vita e delle proprie azioni, uscire dall’Ego per entrare nella compassione, e smetterla di accusare, criticare e giudicare tutto e tutti (inclusi noi stessi), pensando di essere vittima di ingiustizie e/o soprusi e di non avere alcun potere di cambiare le cose. La verità è che tutto ciò che sperimentiamo è frutto di una nostra creazione, nessuno si può chiamare fuori da questa responsabilità.
Per ottenere un cambiamento è necessario prendere in mano la propria vita e iniziare a fare scelte di consapevolezza, abbandonare i costrutti mentali che ci ingabbiano e ci fanno sentire migliori degli altri. Non esiste un meglio e un peggio. L’esterno è interno, tutti quelli con cui ci arrabbiamo sono parti di noi, sono un nostro riflesso (legge dello specchio). Quello che ci dà fastidio negli altri si trova dentro di noi. Quindi, con chi ci stiamo arrabbiando?
Se ti senti arrabbiato con qualcuno o con una situazione, domandati: «Con chi sono arrabbiato veramente?». Cerca di rispondere dentro di te. Se riesci a individuare con chi sei arrabbiato, poniti quest’altra domanda: «In che cosa sono simile alla persona o alla situazione con cui mi sono arrabbiato?». Se non riesci a trovare in cosa sei simile significa che non stai guardando abbastanza profondamente.
Fai la tua scelta
So bene che tutto ciò che ho scritto in questo articolo potrebbe non piacerti e/o potresti rifiutarlo. Non è mio compito farti cambiare idea. È mio compito, invece, rafforzare in te la consapevolezza e il senso di responsabilità, affinché tu possa scegliere di migliorare o cambiare la tua vita, iniziando, per esempio, a gestire la rabbia. Ma per fare questo devi conoscerti. Ecco perché ti domando: «Chi sei tu? Come stai funzionando? In che modo stai limitando la tua vita proprio ora?».
A volte il limite rappresenta la nostra zona di comfort che non vogliamo lasciare, così abbiamo una scusa per lamentarci. Ci arrabbiamo con gli altri perché siamo convinti che sia loro la colpa della nostra situazione. Ma questa convinzione è dentro di noi, è una nostra creazione mentale che noi semplicemente proiettiamo all’esterno, così diventa un manifestato che si ripercuote sulle nostre vite.
Fino a quando saremo convinti che la causa del nostro disagio, della nostra rabbia, sia una situazione esterna non voluta da noi, non abbiamo via d’uscita dal dolore. Ma, come sempre, possiamo scegliere, scegliere di cambiare le nostre convinzioni, scegliere di non arrabbiarci proprio ora. Basta volerlo.
Concludo questo articolo con una domanda: «Quale scelta farai oggi per dare una nuova direzione alla tua vita?».
Ti aspetto nei commenti.
Grazie Valeria! Bello trovarti qui e soprattutto trovare conforto in un periodo buio e piuttosto combattuto della mia vita. Niente di facile…lo sappiamo, ma sapere di non essere gli unici a soffrire aiuta molto. Grazie!
Cara Barbara, la sofferenza capita a tutti, fa parte della vita e non possiamo evitarla. Il continuare a soffrire, invece, è spesso una scelta che possiamo cambiare. Grazie a te per avermi letta!