Giudice interiore: 3 esercizi per imparare a difenderti

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Il Giudice interiore, o superego per dirla alla Sigmund Freud, è quella voce nella mente, possente e distruttiva, che senza sosta critica ciò che sei e ciò che fai, facendoti sentire insicura e inadeguata. La sua finalità è giudicare e colpevolizzarti per ogni pensiero, parola, o comportamento che valuta inadatti.

Il tuo Giudice interiore è sempre all’opera, sempre sul pezzo, sempre pronto a biasimarti e rimproverarti. È bravissimo nell’elencare le mille mila ragioni per cui dovresti vergognarti o sentirti in colpa e, nella sua critica impietosa, non manca mai di ripeterti che non sei sufficientemente brava, bella, competente; che gli altri sono sempre meglio di te; che sei sbagliata e mai abbastanza.

Il Giudice interiore non ti dà tregua

Il Giudice interiore è una sorta di “nemico invisibile” capace di imprigionarti in una gabbia da cui sembra impossibile uscire. Assai di frequente assume le sembianze degli altri, ma a ben vedere ha radici profonde ben ancorate alla tua essenza.

Sai perché?

Perché quel Giudice impietoso è la voce di tutti quei condizionamenti che ti porti dietro da quando sei nata. È la voce dei tuoi genitori e/o delle figure di autorità rilevanti nei tuoi primi anni di vita, dei loro valori, giudizi, pregiudizi, ammonizioni, comandamenti.

Il tuo Giudice interiore è cresciuto grazie ai pensieri che hai alimentato e interiorizzato nel corso del tempo. Si è nutrito di tutte le critiche ricevute, delle imposizioni esterne, del “si fa così, questo è lo standard giusto, sei tu a essere inadeguata”.

Lui agisce proprio come un genitore rigido e ansioso, ti tratta come se fossi ancora una bambina e pensa di sapere sempre ciò che è meglio per te. E non ti dà tregua. Si mette continuamente di mezzo giudicandoti, denigrandoti, criticando le tue scelte, cercando di “aggiustare” ciò che, al suo insindacabile giudizio, in te è “sbagliato”, con lo scopo di preservarti da eventuali sofferenze.

Insomma, ti fa a pezzi lui prima che lo possano fare gli altri però, nel suo aspetto positivo, obbligandoti a una certa conformità di comportamento, ti permette di sopravvivere nella società.

Una voce severa che ti maltratta costantemente

Un esempio del suo “dialogo”?

  • Non sei capace
  • Non ce la puoi fare
  • Ma dove credi di andare!
  • Non hai talento
  • Non sei nulla di che
  • Sei così stupida
  • Non sei come dovresti essere
  • Alla tua età ancora speri di dare una svolta alla tua vita?
  • Sei ridicola
  • Se avessi più forza di volontà non avresti ancora questo problema
  • Sì, sei finalmente riuscita a fare quella cosa, però avresti dovuto farla prima.

Giudizi penetranti e autoritari. È lui il nemico che ti tarpa le ali in pochi secondi. Ed è speciale nel renderti infelice, minare la tua autostima, distruggere la tua creatività, bloccare il tuo entusiasmo, sabotare le tue scelte.

Il Giudice interiore non ti permette di essere ciò che sei

Una delle cose che hai imparato a fare fin da piccola è fingere. Fingere di essere ciò che non sei per ricevere in cambio accettazione, approvazione, amore. E per farlo ti sei costruita una bella maschera con cui ti muovi nel mondo, sperando di passare per vera. Una maschera che mostri al mondo un’immagine “migliore” di ciò che credi di essere, una maschera che ti faccia sentire adeguata.

Il punto è che, intimamente, lo sai di non corrispondere a quell’immagine così poco autentica. Ti senti un impostore, un bluff, e temi che gli altri ti possano vedere per quella che sei, con tutte le tue vulnerabilità. Ecco che, per ovviare a ciò, investi sulla maschera della falsa adeguatezza, per renderla il più gradevole possibile. Questo, però, ti rende incredibilmente sensibile al giudizio degli altri poiché, non riconoscendo il tuo valore, chiunque lo metta in discussione ti tocca nel profondo.

Il Giudice ti dice: «Non vai bene così come sei… »

In più, a forza di inseguire l’idea di come dovresti essere, ti perdi chi sei, non valorizzi le tue qualità, non porti in luce la tua unicità e apri le porte all’insoddisfazione. L’auto-giudizio, il paragone, la critica, diventano il tuo pane quotidiano. La voce reboante, aggressiva e manipolatrice del tuo Giudice interiore non ti permette di essere come sei, lei preme per spingerti a essere come dovresti: più, più, più… (bella, magra, ricca, intelligente, forte, ecc.) e meno, meno, meno… (aggressiva, indecisa, bisognosa, stupida, ecc.).

Il messaggio fondamentale che ti arriva è:

Non vai bene così come sei, devi essere diversa e allora, forse, sarai accettabile a te stessa e agli altri e potrai essere amata e rispettata.

Avikal E. Costantino

Lasciare al tuo Giudice interiore il campo libero, accettando il suo biasimo, significa:

  1. Rinchiudere la tua vita dentro una rete di giudizi e pregiudizi, che ti obbligano a comportamenti meccanici e ripetitivi. Una prigione fatta di azioni e pensieri che non riflettono la tua consapevolezza, libertà e unicità, bensì il modello interiorizzato dei tuoi genitori.
  2. Continuare a commentare, giudicare e inscatolare ciò che ti succede, la tua esperienza nel qui e ora, attraverso criteri del passato.
  3. Fondare il tuo valore sul riconoscimento sociale, sulla risposta che ricevi dall’esterno: giudizio positivo, attenzione, accettazione, approvazione, successo, amore.
  4. Negare i tuoi bisogni e desideri, sabotare le tue capacità smettendo di credere in te stessa, nelle tue risorse e potenzialità.

Impara a difenderti dal tuo Giudice interiore

Imparare a difenderti dal tuo Giudice interiore è un passaggio necessario se vuoi iniziare a esplorare le tue potenzialità e spiccare il volo.

Come fare? Ecco tre esercizi che ti possono aiutare.

1. Riconosci il tuo Giudice interiore

Il primo passo è acquisire consapevolezza che lui è sempre in azione. Ogni Giudice conosce bene la sua vittima e sa quali tasti premere per ottenere la sua attenzione: imperfezioni del corpo, successo negli affari, realizzazione professionale, relazioni, spiritualità, ecc.

Quindi:

  • Individua l’argomento preferito del tuo Giudice interiore
  • Individua in quali situazioni si scatena
  • Fai caso a qual è lo stato d’animo che più gli è congeniale per scatenarsi: calma, stressata, nervosa, insoddisfatta, ecc.
  • Prendi nota dei suoi giudizi senza identificarti con ciò che dice
  • Rileggili e riscrivili in modo positivo.

L’obiettivo è riconoscere quando sei sotto attacco del tuo Giudice interiore e darti la possibilità di resistere alla sua pressione, anziché assecondare meccanicamente i suoi ordini, in modo da recuperare la capacità di fare scelte più libere e consapevoli.

2. Osserva le tue emozioni

Il Giudice interiore ha il compito di mantenere lo status quo, ovvero di fare in modo che tutte quelle parti di noi, quei comportamenti considerati “inaccettabili” dai nostri genitori o altre figure di autorità, rimangano nascosti, repressi nell’inconscio, lontani dalla nostra consapevolezza.

Quello che succede è che, ogni qual volta le circostanze della vita tentano di far arrivare alla nostra coscienza quei comportamenti, attraverso l’emozione scomoda ad essi associate (ansia, senso di colpa, vergogna, rabbia, disgusto, paura, …) il Giudice ci attacca. Lui interviene, attraverso ordini, comandamenti, ammonizioni, proiezioni, per bloccare sul nascere quei contenuti e mantenere al suo posto l’immagine esteriore che ci siamo create per essere accettate.

Eppure, entrare in contatto con quei contenuti, con quelle parti di te, è un passo necessario se vuoi liberarti dalle catene che ti imprigionano nel “come dovresti essere”, anziché “essere come sei”.

Allora, quello che puoi fare è osservare l’emozione scomoda quando si presenta, piuttosto che cercare di negarla, evitarla, reprimerla o fuggire. Stai presente nell’esperienza e chiediti:

  • Dove sento la mia emozione? In quale parte del corpo si concentra? Ci sono delle tensioni? Dove?
  • Che forma ha? Qual è il suo colore? E la sua consistenza?
  • Mi ricorda qualcosa o qualcuno?
  • Qual è il pensiero che sta dietro la mia emozione?

Annota le risposte su un quaderno, diario, taccuino.

3. Ascolta il tuo corpo

Ascoltare il tuo corpo ti permette di identificare i “sintomi” fisici associati all’attacco del tuo Giudice interiore, a specifici giudizi e alle tue difese.

Per svolgere questo esercizio siediti con gli occhi chiusi e porta l’attenzione al tuo corpo: come sei seduta, come respiri, quali sensazioni provi. Non sforzarti di fare qualcosa in particolare, semplicemente senti te stessa, così come sei. Dopo qualche minuto, riapri gli occhi.

Poi, prendi un quaderno e fai una lista di tutti i giudizi che hai verso te stessa, senza censurare nulla. Possono riguardare qualunque aspetto: corpo, sessualità, denaro, lavoro, potere, relazioni, ecc. Lascia che i giudizi vengano fuori.

A questo punto, poniti di fronte a uno specchio e osservati per 10’. Includi nel campo della tua attenzione quello che noti nel corpo. Osserva in particolare se ci sono dei punti di tensione e dove, il tipo di tensione, la sua densità, se ha una forma, un colore, una temperatura. Osserva anche se ci sono parti del corpo che non riesci a sentire.

Poi, inizia a osservare quali emozioni sono presenti.

Chiediti:

  • Come mi sento rispetto a quei giudizi?
  • Qual è la prima reazione che provo?
  • Cosa mi sento spinta a fare per mettere a tacere il Giudice?
  • Chi mi diceva cose simili quando ero bambina?
  • Come mi sentivo in quelle occasioni?

Riporta quindi l’attenzione al tuo corpo e chiudi gli occhi. Ascolta le sue sensazioni, le tensioni, le parti che trattieni e contrai. Qualunque cosa trovi, semplicemente osservala, sentila, senza fare niente per cambiarla.

Prendi nota dei “sintomi” e di ogni aspetto rilevante emerso.

Fai spazio alla te stessa più autentica

Il tuo mondo interiore e tutte le tue relazioni con l’esterno sono definiti dal tuo rapporto con il Giudice interiore e dai valori che hai assorbito dalla tua famiglia e dalla società. Rompere certi condizionamenti e comportamenti, riconsiderare i tuoi valori, le tue convinzioni, i tuoi giudizi e pregiudizi, lasciar andare l’attaccamento a ciò che credi di essere, significa spingere più in là i confini che ti definiscono ed espandere la tua consapevolezza.

È un lungo viaggio di scoperta che richiede volontà e impegno, ma ti offre l’opportunità di distaccarti consapevolmente da quei giudizi, ascoltare rilassata la voce del tuo Giudice e permettere alla te stessa più autentica di manifestarsi.

Concludo questo articolo con queste domande: «Che rapporto hai con il tuo Giudice interiore? Lo riconosci, ti sai difendere, o non ne sei consapevole e lo assecondi cercando di rimediare alle mancanze che continuamente ti fa vedere?».

Ti aspetto nei commenti.

Riferimenti e approfondimenti

  • Costantino AE. La libertà di essere se stessi. Il giudice interiore e il conflitto tra dovere ed essere. Ed. Tecniche Nuove
Valeria Antonelli

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