Contenuti della pagina
Cos’è la Metamedicina? Una filosofia di vita o una medicina psicosomatica? Una practice che cura le emozioni o la medicina dell’anima? In molti hanno provato a definirla!
[…] tutti concordano nell’affermare che é innanzitutto e soprattutto una medicina di risveglio della coscienza, che conduce la persona che si impegna in questo percorso ad avere una migliore padronanza della sua vita.
Lo sostiene Claudia Rainville, fondatrice della Metamedicina, la quale, dopo essere stata dichiarata clinicamente morta in seguito a un tentato suicidio, si risveglia e inizia una nuova vita grazie anche all’incontro, nel settembre 1983, con Lise Bourbeau, fondatrice del Centro Écoute Ton Corps (ascolta il tuo corpo).
Metamedicina: linguaggio del corpo e risveglio della coscienza
Scrive Claudia Rainville,
La parola Metamedicina é formata dalla radice greca «meta» che significa «al di là», perché é proprio ciò che fa la Metamedicina, ricercando a livello dell’inconscio quello che ha fatto nascere un disturbo, una malattia o le difficoltà che incontriamo.
E ancora,
In sanscrito, la parola «meta» significa: amore e compassione. Non può esistere la Metamedicina senza amore e compassione […] Offriamo la nostra comprensione e la nostra fiducia nel suo potenziale di guarigione e di trasformazione. Per la Metamedicina, la sofferenza partecipa all’evoluzione dell’essere. Gli scenari di sofferenza che si ripetono equivalgono a […] utilizzare queste sofferenze per risvegliare la nostra coscienza. […] Più si diventa consapevoli più ci si avvicina alla Divinità in noi, il che ci dà una migliore padronanza sulla nostra salute, il nostro benessere, le nostre relazioni con gli altri e la capacità di avere successo nella nostra vita e raggiungere la felicità.
Metamedicina: quando il sintomo è espressione di un malessere più profondo
Come suggerisce la Metamedicina, dunque, il sintomo che avvertiamo nel corpo è simbolo e metafora di un malessere più profondo e inespresso della nostra anima. Eh sì, perché il corpo te lo dice, eccome…
Facciamo un esempio. Da circa un anno soffrivo di alcuni piccoli ma fastidiosi disturbi fisici, localizzati alle estremità a destra del corpo… Ma riavvolgiamo il nastro: luglio dello scorso anno, durante una bellissima festa all’aperto ballo, come se non ci fosse un domani, dalle 23 alle 02.00.
Alcuni di noi, da ragazzi, quando si inceppavano le audiocassette, schiacciando il tasto rewind, le sbrogliavano con la matita. Bene, procedo anche io a ritroso a 6 ore prima della festa.
Dato che non indossavo un tacco 12 dal compleanno dell’anno prima (questa scarpa poi è davvero stilosa!), ho fatto le prove in casa del camminamento “a mo’ di indossatrice”, con la canzone di Alicia Bridges, I Love the Nightlife, ad accompagnare la mia passerella.
Ed ecco spuntare il primo campanello d’allarme! Avverto una fitta improvvisa, la caviglia mi tradisce e cede; fingo indifferenza con me stessa e non mi rendo conto che ero piuttosto combattuta se andare o meno alla festa, per ragioni personali: mi sentivo insicura, non andavo da tempo in un ambiente social.
Fingersi indifferenti non serve!
Dicevo appunto, mi fingo indifferente e penso: “successo niente”, scendo letteralmente dalla scarpa, mi massaggio la caviglia e la tratto velocemente con Reiki (sapete cos’è? Comunque, prima o poi, ve lo racconto…) e, miracolosamente, il dolore passa!
Caviglia nuova, risalgo sull’irto colle tacco 12 e riprendo a camminare: prova che ti riprova decido che ce la posso fare e, anche se avverto un po’ di nausea in fondo allo stomaco, andrò alla festa.
Alla fine mi diverto anche, mangio bene e ballo molto.
Dopo il primo campanello inascoltato, ecco il campanaccio…
La mattina successiva, al risveglio, cerco di scendere dal letto e… Aagghh! Non posso appoggiare il piede destro a terra per il dolore acuto che avverto alla caviglia, non regge, la caviglia non mi regge!
La impiastriccio di Arnica gel (ottimo rimedio naturale dopo traumi e contusioni), indosso i sandali più comodi che ho, carico tutto il peso sul sinistro e mi infilo in macchina per raggiungere il posto di lavoro.
Mentre guido inizio a pensare… “Non ballavo da un po’, giro in sneakers da più di un po’ e non porto i tacchi da troppo tempo! Guarda se dovevo scegliere una scarpa così alta. E poi le nostre nonne dicevano «per belle apparire bisogna soffrire!»
Ho troppo dolore, mi dirigo al Pronto Soccorso dove un ortopedico mi visita la caviglia e sentenzia: distorsione! Quindi fascia, impone ghiaccio, antinfiammatori e riposo. Prendo in considerazione i primi 2 suggerimenti, il terzo… Non se ne parla proprio!
Ora, la spiegazione cognitiva e razionale dell’accadimento che mi sono data, il non ballare da un po’, ecc. ecc., è vera ma è parziale, è solo il mio punto di vista, dunque un solo punto di vista.
Il concerto di campanelli e campanacci: quando il corpo ci parla
Per farla breve, nel giro di un anno dalla distorsione alla caviglia destra, ho sofferto di sintomi da tallonite ed epicondilite al gomito (patologie escluse da precisi accertamenti diagnostici); un paio di mesi fa sono planata a volo d’angelo dalla sedia al pavimento battendo, in ordine: spalla, gomito, anca, ginocchio, piede e, indovinate un po’? A destra!
Fino a quando siamo disposti a non ascoltare i sintomi?
Qualche settimana fa un dermatologo mi ha asportato una verruca dal piede: destro, che diamine! Allora mi sono detta che poteva bastare e ho deciso di fare un bilancio di questo cadeau di sintomi localizzati nella parte destra del mio corpo, palesemente connessi alle articolazioni e alle estremità.
Ci sono momenti in cui giro con la borsa del piccolo chirurgo dell’anima nel bagagliaio della mia auto e rischio di far arrugginire gli strumenti all’interno! Dentro la borsa ho ritrovato la Metamedicina.
Capito cosa mi stava dicendo il corpo? I significati della Metamedicina
Se ascolto i miei sintomi e curioso nel mare magnum della letteratura che racconta i significati della Metamedicina, rileggo che:
- le ossa rappresentano le nostre convinzioni
- i dolori agli snodi delle articolazioni del corpo spesso indicano rigidità
- i muscoli rappresentano sforzo e motivazione
- le spalle rappresentano la capacità di sostenere i pesi
- il dolore alla spalla un freno all’azione per mancanza di sostegno
- gli arti superiori interagiscono nell’ambiente e i sintomi alle braccia indicano tensioni nella volontà di agire
- i gomiti rappresentano il mutamento di direzione
- gli arti inferiori ci permettono di muoverci nello spazio personale e sociale, di andare avanti
- la caviglia esprime la capacità di cambiare la propria posizione
- il piede indica l’avanzare sulla strada che ci siamo prefissi: se abbiamo problemi ai piedi probabilmente viviamo un conflitto relativo alla nostra posizione.
A cappello, la parte destra rappresenta la volontà: se duole ci si trattiene dall’andare verso il proprio obiettivo per mancanza di sicurezza in noi stessi.
E la sinistra, ve lo state chiedendo? Che ne dite di curiosare in uno dei testi in bibliografia?
Il corpo è il messaggero degli Dei
Il mio corpo mi stava dunque dicendo che, alle porte di un importante cambiamento, la parte nuova di me lo desiderava ardentemente, quella più antica, legata a convinzioni che sono parte della mia storia e della mia matrix, invece no.
Questo altro sé o Voice all’interno di me, tante volte in passato mi aveva protetta dalla delusione di un sogno infranto e ora opponeva resistenza solo per proteggermi; nel timore che soffrissi, tratteneva la volontà di realizzare finalmente un desiderio, per paura del fallimento.
Un altro esempio di come il corpo ci guida?
Quando eravamo piccoli e poi adolescenti, se ciò che desideravamo non coincideva con la volontà degli adulti di riferimento, se e quando lo esternavamo, spesso venivamo criticati od osteggiati. Motivo per cui abbiamo imparato a trattenerci dall’esprimere e dal realizzare i nostri sogni portandoci, nella vita adulta, la convinzione di non essere in grado di ottenere ciò che vogliamo.
Questo, chiaramente, non ci fa stare bene e, nel un momento in cui si presenta una reale possibilità di cambiamento, bingo! Emerge il conflitto che si esprime attraverso un sintomo fisico.
Naturalmente, non per tutti è così, ma chi accusa i sintomi alle articolazioni e avverte sintonia con queste parole, rifletta… Ricordate nell’articolo sulle emozioni scomode lo specchio di Biancaneve?
Il malessere cresce e diviene sintomo: il corpo è il messaggero di cui il sintomo è indizio prezioso e inestimabile per la nostra crescita interiore e per ri-conoscerci.
Ndr: in molte persone le emozioni represse, trattenute, possono essere causa di disturbi psicosomatici a carico dell’apparato gastrointestinale, quali la sindrome dell’intestino irritabile. Caratteristica comune delle persone che soffrono di colon irritabile è la rabbia repressa, un’aggressività non sfogata che viene rivolta contro se stessi. Spesso, nel vissuto di chi manifesta questa sindrome, si rilevano imposizioni o costrizioni che hanno soffocato ogni tentativo di realizzazione personale.
E io che credevo di aver ballato troppo!
Se prendiamo coscienza di tutto questo, qualcosa di differente accade anche nel corpo e il sintomo potrà scomparire velocemente perché, se il messaggio simbolico è stato compreso, non ne avremo più bisogno. Infatti, a distanza di qualche settimana dopo essermi coraggiosamente buttata nel nuovo progetto i miei dolori sono praticamente scomparsi! Li sento raramente e in momenti particolari.
Se continuiamo a muoverci in modo univoco nella direzione che non ci fa stare bene, la comunicazione arriva a livello fisico: le nostre idee e credenze forgiano la nostra realtà e il corpo la riflette sentendosi bene o male.
Se riconosciamo il messaggio del corpo, consapevoli che il nostro sintomo non è arrivato “per sfortuna” o “per colpa di qualcuno” ma per indicarci la via, stiamo facendo un importante cambiamento verso il nostro benessere e il sintomo non ha ragione di restare: possiamo lasciarlo andare prima di quanto immaginiamo!
Mi raccomando, quando avvertite sintomi persistenti non esitate a rivolgervi a un medico scrupoloso per escludere di aver bisogno di cure tradizionali: in ogni caso non vi è controindicazione a guardarsi un poco dentro mentre vi curate con la medicina tradizionale, fianco a fianco alla riflessione attraverso la Metamedicina.
Per dirla con le parole di Thorwald Dethlefsen:
Il sintomo guarisce l’uomo realizzando nel corpo ciò che manca alla coscienza.
A presto, Argonauti!
Riferimenti e approfondimenti
- Claudia Rainville. Metamedicina 2.0. Ed. Amrita
- La Métamédicine
- Lise Bourbeau. Ascolta il tuo corpo. Ed. Amrita
- Thorwald Dethlefsen, Rüdiger Dahlke. Malattia e Destino. Ed. Mediterranee
Tutto molto interessante! In bibliografia, quale testo devo leggere per sapere dei sintomi nella oarte sinistra del corpo?
Grazie
Buongiorno Roberta, in ciascuno dei testi indicati in bibliografia è riportato qualcosa rispetto alla parte sinistra. Sono tutti molto interessanti da leggere. Inizi da quello che le risuona di più.