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Parlare di intestino e di microbiota intestinale non è facile. Cresciamo con l’idea che la cacca, e l’organo deputato alla sua produzione (l’intestino appunto), siano qualcosa di orribile da cui stare lontani. Ecco perché, di fatto, questo lungo e tortuoso tubo non viene mai tenuto nella giusta considerazione. Eppure ha un’importanza fondamentale per la nostra salute.
Intestino e microbiota intestinale: il nostro equilibrio parte da qui
Tutto si compie nella nostra pancia. Qui vivono miliardi di batteri “amici” (la flora batterica intestinale o microbiota intestinale) che si nutrono del cibo che mangiamo. Alcuni alimenti gli piacciono di più, altri di meno: in fondo, de gustibus non est disputandum, i gusti non si discutono! Anche quelli dei nostri piccoli amici. Quando i nostri batteri intestinali sono ben nutriti, con alimenti di loro gradimento, allora tutto fila liscio e l’equilibrio regna sovrano.
La cattiva notizia è che, troppo spesso, la nostra alimentazione non è proprio così perfetta, né per la nostra salute né per quella del nostro intestino soprattutto se, come nel mio caso, hai l’intestino irritabile. Il punto è che siamo proprio convinti del contrario. Non facciamocene una colpa. Le tentazioni sono molte, le credenze pure e la pubblicità fa il suo lavoro. Crea bisogni e confonde le idee.
Se però siamo decisi a seguire una dieta che ci aiuti a preservare la salute della nostra pancia e del nostro microbiota intestinale, questi sono alcuni errori da non fare.
Dieta, intestino e microbiota intestinale: occhio a questi errori!
1. Troppi spuntini
Spizzicare a tutte le ore del giorno (e della notte) non è certo cosa buona per l’intestino, soprattutto se si tratta di spuntini a base di latticini o cereali che irritano la mucosa intestinale. Concedere al proprio apparato digerente qualche ora di riposo o di sano digiuno, permette al nostro corpo di attivare i geni della longevità (leggi Dieta Smartfood: l’italiana che allunga la vita) e favorisce l’efficienza del nostro microbiota intestinale.
2. Mangiare yogurt
Già lo so cosa stai pensando: «Cosa? Mangiare yogurt? Ma se lo yogurt è ricco di fermenti lattici!». È vero, lo yogurt è ricco di fermenti lattici ma la maggior parte di questi fermenti vengono distrutti dai succhi gastrici e dagli enzimi digestivi dello stomaco e nell’intestino non ci arrivano proprio. Diverso è il discorso, se lo yogurt contiene probiotici che, a differenza dei fermenti lattici, sono potenzialmente in grado di raggiungere vivi l’intestino.
Il punto è che la maggior parte degli yogurt che troviamo in commercio (anche quelli da bere), di probiotici ne contiene davvero pochissimi (soprattutto vivi), in compenso, spesso, gli zuccheri abbondano. E gli zuccheri sono una vera manna per i nemici della nostra pancia. Così, mangiando yogurt, anziché aiutare la nostra flora batterica intestinale “amica”, nutriamo e “ingrassiamo” lieviti, muffe e batteri patogeni. Devo aggiungere altro?
E se siamo tra quelli che: «Tanto io compro quelli con il dolcificante», e pensiamo di essere fuori pericolo… Beh, ci sbagliamo di grosso! Gli educloranti artificiali, infatti, sembrano influenzare negativamente la composizione e la funzionalità del nostro microbiota intestinale. Oltre al fatto che possono causare disturbi intestinali, quali gonfiore, flatulenza e diarrea. Meglio non rischiare!
Limita il tè kombucha.
3. Bere troppo tè kombucha o mangiare troppo kefir
Il kombucha (che possiamo attrezzarci per produrre anche in casa) è una bevanda fermentata a base di tè (nero, verde o bianco) e zucchero, contiene sì probiotici (lieviti e batteri) benefici per il nostro intestino ma, qualche volta e in alcune persone, può acutizzare l’infezione da candida portando a un peggioramento della salute intestinale.
La stessa cosa può succedere se si esagera con il kefir (alimento fermentato a base di latte, anche vegetale, ricco di nutrienti e batteri probiotici, che possiamo facilmente preparare in casa con le nostre manine). Inoltre, tè kombucha e kefir non sono proprio consigliati a chi soffre di intolleranza ai lieviti: gli effetti “malefici” si fanno notare. Credetemi, parlo per esperienza personale. Qui è proprio il caso di dirlo: less is more (meno è meglio)!
4. Mangiare quando siamo sotto stress
Quando siamo stressati, in balia di scadenze massacranti che ci obbligano a mangiare di corsa tra una telefonata, una email e un messaggio su WhatsApp, magari in piedi o mentre camminiamo, la nostra digestione rallenta, generando fermentazioni e putrefazioni, con conseguente accumulo di tossine nel corpo. Il risultato? Pesantezza allo stomaco, bruciore, gonfiore e nausea.
Mangiare con calma, seduti, masticando lentamente, evitando preoccupazioni e tensioni, è il segreto per una digestione a prova di stress. Prendersi il giusto tempo per masticare, tra l’altro, facilita l’elaborazione degli alimenti e migliora l’assimilazione dei nutrienti. L’intestino ringrazia!
5. Consumare troppe verdure crude
Mangiare molte verdure crude non è sempre una buona idea. Se soffriamo di disturbi intestinali e la nostra flora batterica non è proprio un bijou, digerire le verdure crude può, per alcuni, risultare davvero un’impresa piuttosto ardua, spesso accompagnata da flatulenza, gonfiore e dolore addominale. Meglio dunque introdurle gradualmente nella dieta, a integrazione di quelle cotte e/o fermentate (crauti e kimchi, per esempio).
6. Cedere alle lusinghe dei cibi industriali
Come fare a dire di no a tutti quei “meravigliosi” e “deliziosi” cibi industriali, così belli colorati, ricchi di zuccheri raffinati, grassi idrogenati, additivi, conservanti e calorie? Eppure si dovrebbe! E non solo per la salute del nostro intestino. Lo zucchero stimola la crescita eccessiva di lieviti, il glutine danneggia le pareti intestinali, i grassi idrogenati aumentano il colesterolo cattivo, gli additivi e i conservanti sono sostanze tossiche di cui non abbiamo certo bisogno. Ci basta?
7. Non seguire una dieta di eliminazione
Se il nostro intestino è infiammato, continuare a introdurre quegli alimenti che potrebbero contribuire alla sua infiammazione (in presenza di intolleranze, per esempio), non ci aiuterà certo a sanare la situazione. Questo vale anche per i cibi universalmente riconosciuti come benefici: possono non esserlo per tutti.
In questi casi, è cosa buona e giusta seguire, per un certo periodo di tempo, una dieta di eliminazione. La dieta di eliminazione non può essere però considerata la soluzione del problema. È necessario adottare una strategia che punti al recupero del delicato equilibrio del nostro intestino che ci permetta, in breve tempo, di reintrodurre anche i cibi che ci disturbano.
E ricordiamoci: soffrire di pancia gonfia, meteorismo, crampi addominali, colon irritabile, stipsi o diarrea, non è la regola!
Riferimenti e approfondimenti
- Antonelli V, Cremonini E. Non avrai altro intestino all’infuori di me. Ed. Autopubblicato
- Liotta E. La dieta Smartfood. Ed. Rizzoli
- Ongaro F. Mangia che ti passa. Ed. Piemme
- Pedre V. Happy Gut. Ed. William Morrow & Company
- Flora microbica intestinale