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A differenza del sistema di guarigione naturale Reiki che, attraverso le mani dell’operatore, agisce con l’energia spirituale di cui è intriso l’universo, la psicoterapia bioenergetica è più concreta, una sorta di “palestra” per corpo, mente e anima, dedicata a coloro che il corpo desiderano percepirlo e sentirlo, in tutta la sua interezza. La bioenergetica, infatti, ci aiuta a sciogliere i blocchi energetici, consentendo l’integrazione tra corpo e mente.
La mia prima classe di psicoterapia bioenergetica: amore a prima vista!
Vista da fuori, una classe di psicoterapia bioenergetica può, apparentemente, essere scambiata per una lezione di ginnastica: un gruppo di persone che si muovono, saltellano, a volte premono i piedi sul pavimento come se affondassero nella terra, a volte lanciano al centro gambe e braccia. Quello che incuriosisce è il suono che esce dalla bocca dei partecipanti e solo se lo desiderano. Ognuno emette il suo suono, in genere un ohhhhh o ahhhh, che diventa quasi una vibrazione, se lo lascia andare.
Mi viene chiesto di mettermi solida sulle gambe, lasciandole però piegate e morbide, senza irrigidirmi, e di “smollare” le spalle: questa è la posizione base e si chiama Grounding (Radicamento). Dopo una ventina di minuti di normali esercizi per un corso di ginnastica posturale, comincio ad avere un effetto collaterale: le gambe iniziano a tremare, sempre più forte, praticamente vibrano come corde al vento e la cosa più fastidiosa è che più cerco di controllarle, più forte tremano. Che figura! Che vergogna! Non c’è verso… Finalmente la lezione che, as usual, dura dai 30 ai 45 minuti, termina… Che sollievo!
Perché le gambe tremano durante gli esercizi di bioenergetica?
A conclusione della prima lezione, ci mettiamo seduti in cerchio a parlare e io chiedo subito il perché di quel tremore. Mi spiegano che sono fortunata, che solitamente accade solo dopo molte lezioni: succede quando la muscolatura, sottoposta volutamente a esercizi “stressanti” per arrivare a un punto critico, comincia a rilasciare la tensione accumulata, non solo di una giornata, ma di tutti gli anni in cui abbiamo trattenuto stress ed energia emotiva. È lì che le gambe iniziano a tremare!
Ma dai? Mi dicono anche che potrebbe vibrare tutto il corpo più avanti, di non spaventarmi e, se posso, di lasciarmi andare alla vibrazione, per averne il massimo beneficio. Lezione dopo lezione naturalmente ho imparato a godermela e alla fine mi lascio attraversare dalla vibrazione tutto il corpo, dalle gambe, al bacino, al petto, davvero incredibile!
Ma cos’è la psicoterapia bioenergetica?
Ne parliamo con Elisa Balconi, psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia bioenergetica, giornalista e scrittrice.
Ho incontrato Elisa durante l’ultimo anno di Scuola di Counseling Integrato CoMeTe (Corpo Mente Spirito), cercando un professionista serio e preparato per un percorso di approfondimento di tematiche personali, emerse nel lavoro a scuola: se vuoi rispecchiare gli altri, prima di tutto, nosce te ipsum (conosci te stesso)!
Ho cercato un terapeuta che utilizzasse la bioenergetica, da subito nelle mie corde, perché come nel Reiki, non obbliga chi la pratica a parlare e condividere necessariamente attraverso le parole: è il corpo a diventare protagonista nell’esprimersi, nella misura in cui si sente libero, sicuro e desidera farlo.
Elisa Balconi è una bella donna, molto intensa. A me ricorda una sciamana dei nativi d’America. Ebbene, l’ho intervistata per voi, per potervi dare una visione a 360° della bioenergetica.
Paola
Elisa, come sei incappata nella psicoterapia bioenergetica, come vi siete incontrate?
Elisa
Attraverso un testo particolare: durante l’esame di Psicologia Clinica all’Università Bicocca di Milano, dove ho conseguito la laurea in Psicologia. C’era questo libro bellissimo “Psicoterapia: teorie, tecniche e casi”, ed è stata l’unica volta che all’università si parlava di teorie analitiche che non fossero la psicoanalisi classica, perché in tutti i 5 anni di studio si parla solo di psicoanalisi e di Freud (che 2 balle! ndr), e con questo esame abbiamo scoperto un mondo, c’era altro e a un certo punto…
Paola
C’era il corpo, mi viene da dire…
Elisa
Sì, è entrato il corpo. E ti dici: «Ma come? Non c’è solo la testa?».
Paola
Abbiamo un corpo da utilizzare anche in analisi?
Elisa
È stato esattamente così! Com’è possibile? Leggo “Analisi bioenergetica” di Alexander Lowen, e abbiamo iniziato a conoscerci, io e Lowen, e attraverso questo esame ho avuto modo di conoscere lui e i suoi lavori ma anche Wilhem Reich, che scrisse un bellissimo libro, “La funzione dell’orgasmo”. Da lì ti si apre un mondo per cui il corpo non solo si ammala ma guarisce anche attraverso funzioni naturali. E si può parlare anche di orgasmo! Perché fino a lì sembrava quasi una parolaccia, un tabù. Lowen era un allievo di Reich, che ha segnato una traccia per la psicoterapia bioenergetica, la teoria dell’Orgone (ndr: presunta energia vitale di cui sarebbe pervaso l’universo, che nell’uomo si manifesterebbe come energia sessuale e libido). Lowen scrive molto bene e leggerlo appassiona, ora in ogni caso non siamo più all’analisi classica del carattere, la psicoterapia bioenergetica è progredita, ma quella è la base.
Mettiamo in scena le nostre emozioni
Paola
Se tu dovessi spiegare cos’è la psicoterapia bioenergetica?
Elisa
È un approccio psicoterapeutico corporeo. Significa che nella stanza di analisi lavoriamo, non solo con la testa, ma anche con il corpo. È per questo che nel mio studio c’è questa piccola palestra: cubi di gommapiuma, palle colorate di diverse dimensioni; la base della terapia è l’eloquio però entra il corpo, attraverso il quale mettiamo in scena le nostre emozioni. Il corpo ha una sua memoria, ogni cellula ha dentro di sé la memoria, per cui se parliamo solo con la testa, certi discorsi non entrano; per esempio tu conosci il Cubo Bioenergetico (ndr: un rettangolo di gommapiuma grande circa 1 metro e mezzo): quando la gente lo vede, e io spiego che serve per esplorare l’emozione rabbia, dice: «Ma io non sono assolutamente arrabbiato, la rabbia non ce l’ho, non la sento!». Allora, la prima volta inviti a prenderlo a pugni solo come esercizio; ecco, se superi quella fase lì e ti lasci andare, entri in contatto con quella roba lì… E vedi l’emozione rabbia che esce!
Superiamo la vergogna e l’imbarazzo ed esprimiamo l’emozione rabbia.
Paola
Sì, se superi la vergogna e l’imbarazzo…
Elisa
Sì, vergogna e imbarazzo sono parole chiave in una terapia. Nel momento in cui le superi ed entri in contatto con la tua rabbia, lo fai attraverso il corpo, perché attraverso la testa non ci riesci, ti dici: «Sono triste, preoccupato, ma arrabbiato, no». C’è anche quest’altro tabù: non si può parlare di rabbia. Siamo stati catechizzati fin da piccoli che l’emozione rabbia è qualcosa di cui vergognarsi; capita di vedere alcuni genitori che dicono: «Non alzare la voce, stai zitto, non ti far sentire, abbassa la voce».
Paola
I miei genitori avevano questo approccio, questa eco, l’ho scritto nella tesi! Quanta tristezza…
Elisa
Tantissimi fanno così e i bambini crescono con l’incapacità di entrare in contatto in modo naturale con le proprie emozioni, in modo spontaneo: la provo, la sento, ma non la esprimo, la trattengo, perché ti insegnano a trattenerla. Naturalmente ci sono anche i casi che vanno diversamente, ma in generale il genitore che vede il bambino arrabbiato lo castiga, perché il bambino non deve essere arrabbiato e, quindi, l’emozione rabbia rimane una delle più potenti. Sente questa rabbia e se non gliela tiri fuori attraverso il corpo è difficile che riesca a esprimerla.
Siamo il nostro corpo: seguendo il sintomo si arriva al problema
Mentre aspettavo Elisa, pensavo, tra me e me, che prima di conoscere la psicoterapia bioenergetica e prima del percorso fatto con lei in questa stanza, ero convinta che il corpo fosse l’involucro che conteneva l’anima, una sorta di Astronave (ndr: ricordate la canzone “L’Astronauta, di Federico Stragà? Lui era avanti, parlava di emozioni e distacco).
Facendo psicoterapia bioenergetica, invece, ho compreso che SIAMO il nostro corpo, non c’è divisione tra e la nostra Anima e il Corpo: l’anima è inscritta in ogni cellula del corpo e il corpo è il mezzo attraverso il quale la nostra anima si esprime nel mondo, si radica nella terra. A partire dall’infanzia, in ogni momento della giornata, nel Corpo-Anima viene imprintata (un po’ come se venisse tatuata in ogni cellula) ogni emozione (anche le emozioni scomode…), per cui il poter liberare, in qualche modo, il corpo all’interno di un percorso proprio, in questo caso tramite la psicoterapia bioenergetica, mi risuonava tantissimo.
Elisa
Bisogna imparare ad approcciarsi al corpo non più con il dualismo mente e corpo ma come un’unità somato-psichica MenteCorpo (cit. W. Reich, vd. Riferimenti e approfondimenti), perché mente e corpo si influenzano a vicenda: se io sto male con il corpo sto male anche mentalmente, perché dopo un po’ sono triste, sono depresso, sono stufo di essere malato.
È vero anche il contrario: se sto male di testa, viene fuori un sintomo che non è da combattere solo con una pillolina tipo quella che mi fa passare, per esempio, la tosse. Se io ho una tosse nervosa la DEVO ascoltare! E devo chiedermi quella tosse lì che cosa mi sta dicendo, quindi, benvenuto sintomo! Il sintomo è la strada. Seguendo il sintomo si arriva al problema.
La psicoterapia bioenergetica è per tutti!
Paola
A chi consigli l’approccio bioenergetico? È indicato per tutti, ci sono delle controindicazioni?
Elisa
L’approccio bioenergetico è indicato per tutti, ho seguito anche persone anziane, sopra i 70 anni, che si sono approcciate. Bisogna far arrivare la persona in modo morbido.
Paola
Quindi modulare all’interno della seduta la presenza del corpo e l’apertura…
Elisa
Ovviamente chi viene e chiede un’analisi bioenergetica è già predisposto: se entra una persona che fa fatica a camminare non la metti subito a fare psicoterapia bioenergetica. Però, mi è anche successo, all’interno delle classi di bioenergetica, di avere una signora con dolori alle ginocchia, che ha fatto tutta l’ora seduta; lei aveva paura ma, alla fine, quando è entrata nel corpo imparando a conoscersi e rispettarsi, si sdraiava a terra come tutti gli altri.
Parola d’ordine in bioenergetica? Rispetto!
Elisa
Nell’usare il corpo la parola d’ordine deve essere RISPETTO. Ognuno deve imparare a usare il corpo con i propri tempi. Ci sono persone che arrivano a usare il corpo in maniera molto fluida e altre che partono da più indietro e che non arriveranno mai a lasciarsi andare completamente.
Paola
Ricordo durante le classi di bioenergetica a scuola, la maggior parte delle persone non sentiva il proprio corpo, o parti di esso, all’inizio. Io mi sentivo davvero fortunata.
Elisa
Bisogna rispettare il percorso, ognuno arriva dove può arrivare. Quindi, una seduta di psicoterapia bionergetica si svolge in una stanza protetta, in un ambiente protetto, su un tappeto di gomma. Questo è anche il setting di bionergetica classico, senza scarpe, su un materassino o per terra, perché senti le radici, senti il Grounding, il Radicamento.
Paola
Hai avuto esperienze che, nel tempo, hanno modificato il tuo modo di fare psicoterapia bioenergetica?
Elisa
Qualunque esperienza ti arricchisce. Quando c’è stato il terremoto in Emilia Romagna sono andata a Cavezzo, vicino a Mirandola, al campo allestito dalla Protezione Civile per ospitare gli sfollati a fare volontariato, e lì facevamo psicoterapia bioenergetica tutti i giorni in un setting destrutturato, nella tenda della ASL. Lì ho imparato la delicatezza, a centellinare i passaggi. Perché per me la vibrazione era una cosa bella, invitavo a sentirla con passione. Ma non per tutti è così.
Paola
Per qualcuno la vibrazione non esiste ancora nel suo corpo, perché non si è mai permesso di sentirla…
Elisa
Esatto, quindi anche in quello, il Rispetto innanzitutto. Ho imparato a rallentare dopo quell’esperienza, a non voler vedere subito i risultati della terapia ma a rispettare i tempi di ciascuno, perché il corpo è come il gruppo, amplifica notevolmente emozioni e sensazioni, e anche la guarigione, il cambiamento.
Bisogni del corpo e psicoterapia bioenergetica
Ogni individuo dispone di un’energia vitale, ovvero quella forza che ci radica all’esistenza, che è essenziale per far interagire corpo e mente e per controllare stati fisici e mentali.
Questa energia si esprime fisicamente attraverso le emozioni, che fin da piccoli impariamo a trattenere nel corpo, nei muscoli, sotto pelle, credendo in questo modo di poter gestire meglio le emozioni stesse che, invece, si bloccano e nel tempo danno origine a blocchi energetici; questi a loro volta nel tempo si esprimono in sintomi fisici o psichici.
La psicoterapia bioenergetica ci aiuta a lavorare sui blocchi, liberando le emozioni trattenute nel corpo e migliorando non solo la percezione corporea ma anche il sintomo stesso, innescando il naturale processo di guarigione.
Nella seconda parte dell’articolo entreremo nel cuore della Psicoterapia Bioenergetica: conosceremo i principali sintomi del corpo e le cause per cui la maggior parte delle persone si avvicina a questa disciplina. Scopriremo in breve come la psicoterapia bioenergetica possa apportare un senso di Libertà al nostro corpo e di Consolazione alla propria particolare anima.
Ndr: in molte persone le emozioni represse, trattenute, possono essere causa di disturbi psicosomatici a carico dell’apparato gastrointestinale, quali la sindrome dell’intestino irritabile. Caratteristica comune delle persone che soffrono di colon irritabile è la rabbia repressa, un’aggressività non sfogata che viene rivolta contro se stessi. Spesso, nel vissuto di chi manifesta questa sindrome, si rilevano imposizioni o costrizioni che hanno soffocato ogni tentativo di realizzazione personale.
Riferimenti e approfondimenti
- Corsini RJ e Wedding D. Psicoterapia. Teorie, tecniche, casi. Collezione di psicologia. Ed. Guerini e Associati
- Lowen A. Bioenergetica. Ed. Feltrinelli
- Lowen A. Il Linguaggio del Corpo. Ed. Feltrinelli
- Reich W. La funzione dell’orgasmo. Ed. Il Saggiatore
- Balconi E. Il comportamentismo. Alla scoperta della natura delle azioni dell’uomo. Ed. Xenia
- Elisa Balconi