Ascoltare il corpo per capire cosa ci manca, ripensare a noi stessi e svoltare la nostra vita

Troppo spesso non ci si sofferma abbastanza (in alcuni casi per nulla) ad ascoltare il proprio corpo e i molti segnali che questo ci invia, inclusi quelli che passano dalla nostra pancia. Eppure lui ci parla continuamente. Ci mette in guardia su ciò che stiamo facendo che proprio non gli va a genio. Ma noi, sempre così presi da una stressante routine quotidiana, non gli diamo seguito. Andiamo avanti imperterriti. Perché non accettiamo che il nostro corpo possa intralciare i piani della nostra mente.

E allora, se abbiamo un malessere, invece di ascoltarlo, lo mettiamo a tacere prendendo un antidolorifico. Così facendo, però, nel momento in cui, di punto in bianco, molliamo la presa e interrompiamo questa routine (nei weekend per esempio o durante le vacanze), ecco che il corpo ci presenta il conto. Ed è assolutamente normale. Quando glielo consentiamo, il nostro corpo cerca di ripulirsi. Chi non conosce la cefalea, il mal di pancia o la diarrea del weekend (per non parlare della sindrome dell’intestino irritabile), la stanchezza infinita, il male al collo, il dolore ai muscoli e via dicendo?

Imparare ad ascoltare il proprio corpo evita spiacevoli sorprese

Prendersi cura del proprio corpo non significa solo tenerlo pulito e profumato, fare attività fisica per mantenerlo in forma o avvolgerlo in abiti che lo valorizzino. Il nostro corpo ha delle esigenze che vanno ascoltate, anche se la mente fa di tutto per non permetterlo. Quindi, non è affatto facile. Io stessa ho faticato molto per abbattere questo muro tra mente e corpo. Ma l’ho fatto. E sapete perché? Perché ho rischiato di finire in ospedale per esaurimento nervoso. Sono stata davvero tanto male. Così ho detto basta.

Certamente praticare yoga, fare meditazione e lunghe passeggiate nel verde, mi ha aiutata molto ad ascoltare il mio corpo, a sintonizzarmi con le sue sensazioni. Ma la svolta l’ho avuta solo quando ho imparato a respirare profondamente e, soprattutto, a farlo in maniera consapevole, ovvero portando l’attenzione alla mia pancia. Non a caso Jon Kabat-Zinn, nel suo libro Vivere momento per momento, sostiene:

Quando porti l’attenzione alla pancia e al suo sollevarsi con il respiro o al passaggio dell’aria che entra e che esce dalle narici, ti sintonizzi con le sensazioni del tuo corpo in rapporto con la vita stessa. Di solito queste sensazioni le escludiamo dal campo dell’attenzione perché sono tanto familiari da svanire in uno sfondo indifferenziato. Riportandole alla consapevolezza ti riappropri della tua vita e del tuo corpo, rendendoti letteralmente più reale e più vivo.

Ascoltare il corpo per capire cosa ci manca

La cosa bella di imparare ad ascoltare il proprio corpo è di riuscire, poi, a capire cosa ci manca, di cosa abbiamo bisogno per realizzare noi stessi ed essere felici. In quell’occasione ho capito che per me si era concluso un periodo di vita, che non ero più disposta a lavorare 12 ore al giorno per realizzare i sogni di qualcun altro, ho capito che certe dinamiche mi avevano stancata e svuotata, che volevo fortemente uscire dalla ruota del criceto e dalle giornate fotocopia, che volevo essere libera, che volevo tempo per me stessa, tempo per vivere la vita pienamente e non lasciarmela scivolare tra le dita.

Così ho fatto il salto. Mi sono buttata. Ho “licenziato” il mio capo per mettermi in gioco sul serio. Il mio blog è uno dei frutti di quel salto. Ne sono pentita? Assolutamente no. La strada è certamente lunga e in salita ma voglio credere di essere destinata ad arrivare in alto. Devo solo continuare ad ascoltare il corpo. Lui saprà sempre indicarmi la giusta via.

Valeria Antonelli

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