E se non fosse tutta questione di casualità? Quando sincronicità e serendipity si disvelano

Apparenti casualità e sincronicità guidano come un filo dorato la mia vita e anche la vostra. Vi racconto questa.

Camminavo da sola in mezzo al verde dopo un viaggio devastante di ritorno in macchina dal mio posto di lavoro, ritorno che vi rivelerò in seguito. Mi sentivo benissimo, a differenza di poco prima, e ascoltavo la mia musica preferita da una compilationPardonnez-moi, oggi si dice playlist. Casco sempre nell’amarcord anni 90’! Comunque, ascoltavo la musica che più mi piace e mi viene voglia di ballare.

Camminare senza una strada, senza una meta… è bello!

Che dire, mi succede spesso quando cammino nella natura (fosse anche un parco cittadino), senza una meta né una strada, di fare passi di ballo e sentirmi nuovamente piena di vitalità!

Comunque, a passo di ballo transito davanti a un cartellone di annunci funebri e, cosa che non faccio praticamente mai, leggo con avidità una notizia:

“È morto il sig. Brunello XY, ne danno il triste annuncio i propri cari…”

Gli schiocco un bacio dirigendolo con la mano al cielo, al signor Brunello intendo, e non posso fare a meno di sorridere.

La sincronicità sta per strizzarmi l’occhiolino…

Ho pensato che fosse passato a miglior vita tanto felice. Non poteva essere altrimenti visto che porta il suo nome uno dei vini rossi più deliziosi e amati in Italia e all’estero, il Brunello di Montalcino: alla sottoscritta piace un sacco!

E mentre mi sentivo felice, nelle orecchie Thegiornalisti dalla mia playlist cantavano:

Vorrei morire brillo… Mentre ascolto questa canzone… Vorrei che il funerale fosse sold out… Mentre in chiesa risuona forte ancora questa canzone… Ti lascio il mio inno… In un silenzio profondo… Per quando corri in macchina… Senza una meta… Senza una strada… Con gli occhi lucidi…

Capite la sincronicità?

Tra ben 64 brani che suonano random, la playlist mi stava passando questa canzone: io pensavo alla morte serena di un uomo che ha vissuto felice, anche grazie all’ebbrezza del nome che portava, e la sua gente al funerale contenta di commemorare un’anima lieta…

E in quel mentre mi risuonano nelle orecchie i Thegiornalisti che descrivono puntualmente quel momento, percepito da me attraverso il curioso e improbabile annuncio del caro estinto Brunello!

Così mi è venuta voglia di condividere con voi quello strano tardo pomeriggio vissuto all’insegna della sincronicità e qualcosa di più.

Giusto per chiarire cosa intendo quando parlo di sincronicità, vi riporto la definizione di Wikipedia:

… un legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l’uno influisca materialmente sull’altro… […] eventi come il pensare a una persona e poco dopo ricevere una telefonata che ne porta notizie; nominare un numero e vedere passare una macchina con lo stesso numero impresso sulla carrozzeria; leggere una frase che ci colpisce e poco dopo sentircela ripetere da un’altra persona, ecc.

Valore al tempo della sincronicità!

Spesso non vi facciamo caso e non diamo il giusto peso a questi momenti, che raccontano di noi e delle nostre connessioni con l’universo, solo apparentemente casuali: scoprirete che è un modo per sentirsi meno soli.

L’universo, attraverso eventi acausali, cerca di darci prova che ciò che accade non è frutto del caso, perché tutto è interconnesso e ogni essere vivente è collegato a una sottile ma solida rete di fili colorati e vibranti di energia.

Non sempre è ciò che sembra e la sincronicità lo svela! Nei momenti in cui crediamo che le cose non vadano bene, ci sentiamo vittime di avvenimenti apparentemente senza senso e talvolta spiacevoli. È allora che la forza vitale che permea l’universo ci disvela la sequenzialità nascosta degli accadimenti, perché tutto proceda per il meglio, per il bene maggiore e supremo nostro e di tutti noi.

Gli eventi sincronici ci raccontano che tutto sta andando come deve andare, perché non sempre sappiamo fino in fondo ciò che è buono per noi.

Ndr: infatti io non sapevo che i miei tormenti di pancia e il mio colon irritabile alla fine mi avrebbero portato a scrivere un libro. Sono state una serie di fortunate coincidenze, di eventi acasuali che, alla fine, mi hanno permesso di compiere l’impresa).

La sincronicità è semplice e immediata.

Ok, facciamo un passo indietro. Rewind sulle 2 ore e 30 minuti antecedenti la mia camminata in mezzo al verde.

Uscita tardi dal lavoro, stancherrima dopo una giornata troppo densa. Con una lista di commissioni, l’orologio segnava le ore 18.00 (io sono in piedi dalle 06.00 e i negozi chiudono alle 19.30) e dentro la testa ticchettava l’orologio impazzito… ”hai poco tempo e troppe cose da fare!”. Mi fermo davanti all’ascensore e la porta è così lenta che non vi passerebbe una mosca.

Mi infilo irritata nel varco apertosi lentissimamente e schiaccio lo zero ma lei, la bizzarra corsa dell’ascensore, sale al terzo piano, sosta al secondo ove davanti a me si parano otto (sottolineo l’8 simbolo dell’infinito rovesciato e carta della Giustizia nei tarocchi) esseri umani che mi fissano attoniti, non permettendo però all’ascensore di chiudersiiiiiiii.

Dico: «scendete?», risposta «sì». Entrano lentamente, otto bradipi (i bradipi di solito mi sono molto simpatici, ma ora…il WWF non me ne voglia, please) una alla volta e i minuti passano. L’ascensore va al terzo, poi scende al primo piano con i bradipi, mmmoltooo lentamente.

Inizio a sfiatare dalle narici, rischiaccio zero e come in un déjà vu, la medesima scena della porta al rallenty: esco correndo nel disperato tentativo di recuperare minuti perduti nella messa in scena di Messer Crono, Sua Maestà il Tempo.

Chi di voi viaggia sulla tangenziale ovest-est di Milano sa bene quale differenza può fare partire 5 minuti in ritardo!!!

La sbarra del parcheggio si alza come se fosse stata installata dai bradipi dell’ascensore. E io penso: “ma che CiAzZetazZetaOoooo sta succedendo???”. Imboccata la tangenziale ovest, in coda (avrò percorso al massimo 2,5 km!) procedendo a passo d’uomo, leggo sui cartelloni elettronici che l’uscita della tangenziale est verso casa è chiusa, per un mezzo in fiamme. No comment.

L’universo ti fa mettere comodo e quando lo comprendi ti godi il tuo tempo sincronico!

L’universo aveva decretato: «Fly down and keep calm, stasera guido io». Molto bene mi sono detta. Sai che c’è? Mi ascolto una delle registrazioni di Stazione Celeste! Stazione Celeste è un portale che amo. Se non lo conoscete andate a curiosare.

Costretta a uscire al casello di Melegnano, ripercorro a ritroso la strada e finalmente giungo alla terra promessa (casa), dopo due ore di patimento.

Invece di agitarmi e arrabbiarmi per le commissioni andate a quel paese, ho indossato “i scarp del tennis” (come cantava il mitico Jannacci) e sono uscita per camminare con me stessa, con gli occhi lucidi (per la stanchezza!), senza una meta e senza una strada… il resto lo sapete! Senza controllo, divieti, obiettivi. Solo con il piacere di prendermi il mio tempo.

È stato lì che il sig. Brunello, Luce sul suo cammino, mi ha dato una pacca sulla spalla e ha sussurrato all’orecchio dell’anima (sì, perché l’anima ha orecchie per sentire e occhi per guardare):

«Se qualche volta lasci fare all’universo, Lui ti Protegge e Guida».

Chissà cosa ho scampato durante quell’ora di apparente immobilità in cui il mio presente futuro si è ridisegnato. Mi è stato forse risparmiato qualcosa di molto più sgradevole della noia in macchina o di una crisi isterica?

La sincronicità si rende visibile solo quando ti concedi il TUO tempo, il TUO ritmo e ti apri a un differente finale.

Molli il controllo e la serendipity si manifesta…

Desideravo solo uscire dal lavoro per recarmi a fare le commissioni, senza far conto che non ero io ad avere il controllo del mio tempo. Forse Messer Crono, in questo universo terrestre, regola la vita insieme a noi Umani e ci risparmia qualcosa di oltremodo sgradevole. Nel mio caso, chiedendomi in cambio solo pazienza e permettendomi di esercitare il Maestro Zen che alberga ma spesso dorme in noi.

Se il “Tempo” non avesse chiesto in cambio un’ora del Mio tempo, quella sera non mi sarei concessa la meravigliosa e rigenerante camminata che mi ha portato a scrivere questo articolo e che, forse, mi porterà ancora ad altro, chissà!

Ve lo ricorderete la prossima volta che sarete intrappolati in un mega ingorgo?

Perché ho nominato la serendipità? Cosa c’entra?

Ecco la definizione della Treccani:

Serendipità s. f. [dall’ingl. serendipity, coniato (1754) dallo scrittore ingl. Horace Walpole che lo trasse dal titolo della fiaba The three princes of Serendip: era questo l’antico nome dell’isola di Ceylon, l’odierno Srī Lanka], letter. – La capacità o fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte (…) mentre si sta cercando altro.

Capite? Ho fatto una felice scoperta a seguito di sincronicismi che mi guidavano da qualche parte, perché mi sono affidata, anche se non sapevo dove sarei andata a parare, perché non ho opposto resistenza al cambio di direzione. Potete non crederci ma è così che ho incontrato l’uomo che amo.

Apritevi all’universo e alla sincronicità!

Insomma, aprite le braccia, sgranate gli occhi, aguzzate i sensi e le orecchie! E ancora, apritevi con il cuore durante questo sprazzo dell’estate, attente e attenti ai segnali che l’universo ha in serbo per voi: le persone che incontrate, le scritte sul sedere del camion davanti a voi su strade e autostrade, i cartelloni pubblicitari, ciò che sentite alla radio o da una conversazione dei vicini di ombrellone (ndr: anche quelli che considerate vampiri energetici), ciò che vedete in un film in cui inciampate facendo zapping, alle copertine che vi attraggono in libreria.

È in questo modo che ho trovato un delizioso romanzo appena terminato di leggere (lo trovate nei riferimenti e appronfondimenti), di un autore giapponese visionario e illuminato, oltre la serendipità.

Perché l’universo ci ama e dissemina il terreno, l’acqua e l’aria di indizi per guidarci. Fidatevi Argonauti! E buona estate!

In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto […] La causalità è solo un principio, e la psicologia non può venir esaurita soltanto con metodi causali, perché lo spirito vive ugualmente di fini.

Carl Gustav Jung

Riferimenti e approfondimenti

  • Robert H. Hopcke. Nulla sucede per caso. Mondadori
  • Brian Weiss. Molte vite, un solo amore. Oscar Mondadori
  • Makoto Shinkai. Your Name. J-Pop|Ed. BD
Valeria Antonelli

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Paola Campanati
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Paola Campanati
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