Pace interiore: come raggiungerla e mantenerla nel tempo

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Tutto è possibile quando hai la pace interiore. Lo sostiene il Maestro Shifu nel film animato Kung Fu Panda. Ma cosa vuol dire pace interiore? Come si fa a trovarla?

Cos’è la pace interiore?

È uno stato mentale ed emotivo di quiete, serenità e calma. È l’assenza di preoccupazioni e la capacità di prendere dalla vita quello che viene, anziché vivere in balia di paure, stress e sofferenza.

Per molti è un sogno irrealizzabile. Sì, per molti lo è. Mentirei se ti dicessi che è semplice, che sono sufficienti piccoli cambiamenti per raggiungerla. La verità è che coltivare la pace interiore richiede un costante lavoro su di sé, richiede volontà e impegno per imparare a gestire i propri pensieri e le proprie emozioni, invece di subirli ed esserne schiavi.

Perché la pace può venire solo da dentro, da un atteggiamento di resa e accoglienza. Non c’è nulla fuori che può regalarci questo stato di benessere. Gli avvenimenti che affrontiamo là fuori non sono altro che il riflesso di qualcosa che è dentro di noi. Se dentro di noi regna il caos, la confusione, la frenesia, il disordine, l’esterno ci farà da specchio e ce lo mostrerà. Non si può pensare di raggiungere la pace interiore cercando di cambiare qualcosa che è fuori di noi. Il “problema” è dentro di noi ed è lì che dobbiamo guardare.

L’Ego dice: «Quando ogni cosa andrà a posto troverò la pace». Lo Spirito dice: «Trova la pace e ogni cosa andrà a posto».

Proverbio Zen

Le trappole che non aiutano la pace interiore

Prima di approfondire cosa fare concretamente per raggiungere la pace interiore e mantenerla, vediamo alcune trappole che la ostacolano e come scansarle.

I pensieri tossici

I pensieri tossici sono pensieri negativi, tendenzialmente ripetitivi, che non ci fanno vivere bene, ci tormentano, ci rendono nervosi, ci agitano. Preoccupazioni, pregiudizi, giudizi, supposizioni, interpretazioni, rimuginazioni, rimpianti, ecc., generano pensieri tossici. Se gli diamo retta, soffriamo e viviamo male.

Quindi, se sei in balia dei tuoi pensieri tossici, fermati. Perché il modo in cui pensi influenza il modo in cui ti senti. Diventa consapevole che tu non sei i tuoi pensieri. I pensieri sono solo voci che senti nella tua testa. Non ti identificare con essi altrimenti sei fregato.

Quando un pensiero negativo si presenta, accoglilo senza giudicarlo. È solo un pensiero. Non ci ricamare su. Fai un bel respiro profondo e lascialo andare. Rifocalizzati sul presente, sul qui e ora. Domandati: Qual e la reazione automatica che il mio pensiero mette in moto?, «Come posso riformulare il mio pensiero in modo positivo?».

Le emozioni negative

Paura, sensi di colpa, invidia, gelosia, rabbia, senso di inadeguatezza, disgusto, tristezza, noia, frustrazione, risentimento, sconforto, ecc., ci allontanano dalla pace interiore. La brutta notizia è che non è possibile cambiare niente delle nostre emozioni in maniera diretta: sono forti e veloci, ci invadano e ci lasciano stremati quando decidono loro. Non possiamo neanche scegliere quali emozioni provare, possiamo però agire per trasformarle indirettamente. Come? Sforzandoci di essere presenti nel qui e ora quando le proviamo.

Che cosa significa essere presenti? Significa uscire dalle reazioni emotive automatiche che abitualmente mettiamo in atto di fronte a ciò che ci succede. Quando siamo presenti a noi stessi, possiamo scegliere coscientemente di evitare una certa frase, di fare un movimento di stizza, di lanciare uno sguardo indignato.

Attraverso un importante sforzo di volontà, nel momento in cui l’emozione “negativa” si presenta, anziché esprimerla all’esterno facendola rimbalzare su chi ti circonda, osservala in modo distaccato e senza giudizio, accoglila e vivila dentro di te per poi lasciarla andare. Dalle il tempo di parlarti, ascoltala per capire cosa ha da dirti, quale bisogno non soddisfatto vuole portare alla tua attenzione. Domandati: «Quale parte di me chiede di essere vista, accolta, compresa e ascoltata?».

Avere aspettative

Abbiamo aspettative nei confronti degli altri (come gli altri le hanno nei nostri). Le aspettative ce le creiamo, consapevolmente e inconsapevolmente, nel momento stesso in cui iniziamo a relazionarci con gli altri. Cosa ci aspettiamo? Fondamentalmente che gli altri siano disposti a fare quello che noi facciamo o faremmo per loro. E qui può entrarci di tutto: un sorriso, una parola, un saluto, un aiuto, un gesto, un atteggiamento, un comportamento, ecc., ecc.

Il punto è che le aspettative ci fregano. Se non ci aspettiamo nulla, nulla potrà turbare la nostra pace interiore. Non aspettarsi nulla è il segreto. Certo, è difficilissimo perché crearsi delle aspettative ha una funzione adattativa. Però, non possiamo neanche aspettarci che gli altri cambino se stessi per soddisfare le nostre aspettative. Quindi, ti invito a domandarti: «Io sono disposto a cambiare per gli altri?», «Qual è il bisogno che si cela dietro la mia aspettativa?», «La mia aspettativa è realistica?».

Beato chi non si aspetta nulla dagli altri, perché non resterà mai deluso.

Alexander Pope

Come trovare la pace interiore

La società in cui viviamo, con i suoi ritmi frenetici, i suoi taciti obblighi, le sue costanti pressioni, la sua competitività, di certo non aiuta a raggiungere uno stato di pace interiore. Siamo dominati dalla paura di perdere tempo, di non essere sul pezzo, mentre il bisogno urgente è quello di rallentare, di riprendere fiato, di prendersi cura di sé (in questo senso il Covid-19 qualcosa ci ha insegnato).

Come trovare dunque la tanto anelata pace interiore? Alcuni scelgono di meditare in una grotta per 50 anni, mentre altri la trovano attraverso il dolore e la sofferenza. La mia personale esperienza mi porta ad affermare che è possibile conquistare la pace interiore facendo un lavoro su di sé.

Oltre a scansare le trappole di cui ti ho parlato in precedenza, ecco 5 azioni pratiche che puoi iniziare a “sperimentare”.

1. Accetta ciò che non puoi cambiare

Impara a prendere dalla vita quello che viene, accetta le cose per quello che sono. Cambia ciò che puoi cambiare e accetta ciò che non puoi cambiare. Non puoi avere il controllo su tutto. Lottare contro la realtà è una fonte di dolore e di stress destinato a non portare risultati. Accettare qualcosa significa accogliere, non significa rassegnarsi. L’accettazione non è sconfitta. La rassegnazione lo è.

Accettare significa non permettere alla tua mente che, in tutti i modi, cerca di trovare una spiegazione a ciò che ti accade, di prendere il controllo e comandarti a bacchetta, facendoti ristagnare nel dolore. Accettare significa riconoscere, comprendere e accogliere le emozioni “negative” che si presentano, osservarle, viverle dentro di te senza cercare di reprimerle e poi lasciarle fluire.

A tutti capita di vivere situazioni che ci stanno strette, che non ci piacciono e che non si possono cambiare. Ostinarsi a volerle cambiare ostacola il libero fluire della Vita, dando modo alla situazione che ti fa soffrire di diventare sempre più forte e più potente. L’accettazione è una scelta e la scelta è potere. Non dimenticarlo.

Non devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi, ma accettare le cose come vanno: così sarai sereno.

Epitteto

2. Vivi il presente

Non preoccuparti troppo di ciò che è stato e di ciò che sarà perché è solo nel momento presente che puoi trovare la vera pace interiore. Se vuoi essere felice, impegnati a vivere il presente pienamente, adoperandoti per realizzare te stesso in questa vita, proprio qui e ora.

Rimuginare sul passato o dedicare energie a tormentarti per il futuro, a prevederlo e/o pianificarlo, oltre ad aumentare il senso di insoddisfazione e di incertezza ti fa perdere il contatto con il qui e ora, facendoti sprecare l’unico tempo che hai davvero a disposizione.

Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente.

Maestro Oogway

3. Pratica la gratitudine

Mostra gratitudine per tutte le piccole-grandi benedizioni che riempiono la tua vita ogni giorno (troppo spesso date per scontate), ti permette di creare le condizioni per sviluppare serenità e pace interiore. Fai caso alle cose belle che ti succedono ogni giorno anche quando non sono “spettacolari”, cerca il lato positivo delle situazione, sii grato per le opportunità che hai, valorizza ciò che possiedi, apprezza gli affetti che ti sono accanto.

Uno strumento molto utile allo scopo è il diario della gratitudine. Alla fine di ogni giornata abituati a scrivere una frase per dire il tuo grazie alla vita, anche quando la tua giornata è stata molto faticosa e credi non ci sia davvero nulla per cui essere grati. Non può essere vero. Ecco perché iniziare a scrivere un diario della gratitudine è un ottimo esercizio per mantenere un focus quotidiano di felicità, a tutto vantaggio della pace interiore.

Non è la felicità a renderci grati, ma è la gratitudine a renderci felici.

David Staindl-Rast

4. Impara a perdonare

Imparare a perdonare ti permette di sganciarti dal rancore che ti tiene prigioniero. Perdonare è faticoso, in alcune occasioni quasi impossibile. Ma è solo attraverso il perdono che puoi lasciare andare persone e situazioni che ti impediscono di trovare la tua pace interiore. E se la persona che perdoni non merita il tuo perdono? Che importa! Tu meriti di liberarti e di lasciarti quell’esperienza di dolore alle spalle.

Il perdono (per-dono) è il maggiore dei doni ed è un dono che fai a te stesso, non agli altri. Non è un gesto di debolezza o di sconfitta ma un lasciar andare per essere libero. Perdonare richiede coraggio, necessita di tempo e non è mai un obbligo. È una scelta e una possibilità concreta di rendere quel dolore più leggero. Inoltre, perdonare non significa che sei d’accordo con quello che una persona ti ha fatto. Si perdona la persona, non il suo gesto.

Perdona gli altri, non perché essi meritano il perdono, ma perché tu meriti la pace.

Buddha

E se la persona da perdonare sei tu? La sostanza non cambia ma l’impresa è più difficile: sappiamo essere giudici molto severi con noi stessi. Il perdono in questo caso arriva solo quando tu ti rendi conto che fallire è lecito, che sbagliare è permesso e che non hai alcun bisogno di ricevere l’approvazione degli altri, poiché l’unica persona a cui chiedere l’approvazione sei solo tu.

5. Regalati un Bagno di Foresta

Il Bagno di Foresta, Forest Bathing o Shinrin-Yoku è una pratica che ha ricevuto la sua validazione scientifica in Giappone. Il termine giapponese Shinrin-Yoku significa letteralmente “immergersi nell’atmosfera della foresta”. Il suo impatto positivo sul benessere delle persone è ormai ben noto. Fare un Bagno di Foresta non ha niente a che vedere con il fare una passeggiata o un trekking nel bosco, né col mangiare un panino in cima alla vetta ammirando il panorama. Come scrive Diana Tedoldi, fondatrice della Nature Coaching Academy

Il Forest Bathing è un’esperienza di ascolto e immersione sensoriale profonda nell’atmosfera della foresta, grazie alla quale cambiamo completamente il nostro stato di percezione e consapevolezza.

Un’esperienza che trasforma completamente il tuo modo di vivere e sentire il mondo e la natura. Una pratica che permette di risvegliare il corpo e i sensi, di trovare leggerezza di pensiero e calma mentale. Una pratica che ti aiuta a guardare alle difficoltà quotidiane con un’attitudine gentile e serena, riducendo stress, ansia e ruminazione mentale. La pace interiore è garantita.

Come dentro, così fuori.

Ermete Trismegisto

Qualsiasi cosa tu stia scegliendo in questo momento che ti allontana dalla pace interiore sappi che è in tuo potere cambiarla. Fai qualcosa che non hai mai fatto, modifica una vecchia abitudine, lascia cadere un’idea, ma cerca la pace dentro di te.

Concludo questo articolo con una domanda: «Quale azione compirai oggi per coltivare la tua pace interiore?».

Ti aspetto nei commenti.

Valeria Antonelli

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Valeria Antonelli
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2 commenti
    • Ciao Stefania, grazie a te per il tuo gentile riscontro. Mi fa molto piacere sapere che l’articolo ti è stato d’aiuto. Se hai domande o se c’è qualche argomento specifico di cui ti piacerebbe leggere in futuro, non esitare a farmelo sapere. Un caro saluto, Valeria